sabato 4 marzo 2017
Articolo di Giacomina Pellizzari sul Messaggero Veneto
VENZONE. La partecipazione dei cittadini è determinante per ricostruire i luoghi distrutti dal terremoto. Venzone, la cittadella medievale monumento nazionale dal 1965 e Portis, la frazione minacciata dalla frana che ha dovuto traslocare in un’altra area, sono solo due esempi positivi dei modelli di ricostruzione analizzati in una tesi di dottorato dallo studioso dell’Istituto geografico Anton Melik di Lubiana, Primož Pipan. Sarà proprio lui, oggi, alle 16, a illustrare, nella sala convegni di palazzo Orgnani Martina di Venzone, i risultati del suo lavoro che prende in considerazione anche Oseacco di Resia, Bordano, Montemaggiore (Taipana), Attimis, Lusevera e la località di Monteaperta.
L’obiettivo del convegno organizzato dall’associazione “Amici di Venzone” resta quello di ripercorrere il percorso avviato la sera del 6 maggio 1976, dopo la scossa che distrusse il Friuli. Un percorso che unito all’impegno di tutti i soggetti interessati, favorì la ricostruzione di Venzone dov’era. Alla luce del risultato ottenuto il messaggio non può che essere: la gente deve mantenere il controllo su come vengono spesi i soldi pubblici. «Si tratta - spiega Sandro Domini componente del direttivo degli “Amici di Venzone” - del primo studio che mette in relazione la ricostruzione con la partecipazione popolare. Partendo dal coinvolgimento della gente, analizza l’impulso che la stessa partecipazione popolare ha avuto sulla rinascita dei luoghi». I casi esaminati sono stati classificati secondo la scala di Arnstein che prende il nome dalla ricercatrice Sherry Phyllis Arnstein. È stata lei a classificare le modalità di interazione tra cittadini e istituzioni. In questa scala Venzone si colloca nel gradino più alto di partecipazione. Determinante fu il coinvolgimento degli “Amici di Venzone”. Fondata nel 1971 in occasione del congresso della società Filologica friulana, l’associazione con in testa il professor Remo Cacitti, allora giovane studente universitario nominato dal sindaco, Antonio Sacchetto, presidente del Comitato di coordinamento per il recupero dei beni culturali, nell’emergenza e nella ricostruzione post terremoto fu in prima linea nella tutela della cittadella medievale. La ricostruzione del duomo pietra su pietra, secondo il concetto di anastilosi, è solo un esempio. [..]